26 novembre 2005
Il Professore alla casa dei fratelli Cervi evoca una nuova Resistenza
Prodi sfida lEconomist: lo smentirò con i fatti
«Bei tipi, criticano ora il nostro governo futuro»
DAL NOSTRO INVIATO
GATTATICO (Reggio Emilia) Rieccoli, gli inglesi. E rieccolo il Romano Prodi in versione presidenza Ue, elmetto e artiglio affilato, come quando volavano stracci tra Bruxelles e la stampa dOltre Manica. Venerdì di neve e fango tra i pioppeti della Bassa Reggiana, ma al leader dellUnione basta un attimo per scaldare imotori: «Bei tipisbuffa , criticano lattuale governo, poi però già immaginano che anche quello futuro sarà piuttosto cattivo, ma che aspettino, suvvia...».
Romano Prodi (Graffiti) |
Fine del duello. Anche perché non è certo per parlare di inglesi che il capo dellUnione è arrivato fin qui, a Gattatico. Cè una vecchia casa colonica in mezzo a questi campi, un tassello di storia italiana: la casa-museo dei sette fratelli Cervi, trucidati dai nazifascisti il 28 dicembre del 43, simboli di una Resistenza che Prodi non si limita ad esaltare («È sul sacrificio di queste persone che si fonda la Repubblica italiana»), maattualizza («È nostro dovere mettere insieme tutte le radici che hanno liberato il Paese dalloppressione »), chiamando lUnione alla «compattezza» e ricordando che «i partigiani non hanno aspettato gli eventi, ma li hanno cavalcati».
Parole che sembrano quasi evocare una sorta di Nuova Resistenza. Ma il Professore non lo dice. Tanto ci pensano due partigiani a chiarire il concetto. Uno «rosso», Giacomo Notari dellAnpi, e uno «bianco», Romolo Fioroni dellAlpi. Il primo denuncia «loblio» in cui si sentono relegati i protagonisti di quella stagione. Il secondo ricorda che ora lobiettivo è uno solo: «Mandare via da Roma quelli là». E qualsiasi riferimento al Cavaliere è puramente voluto.
È solo in apparenza un pomeriggio di commemorazioni. Cè lItalia di oggi, la battaglia ingaggiata dallUnione contro la riforma della Costituzione voluta dalla Cdl e unimplicita risposta ai recenti attacchi sferrati da Berlusconi ai comunisti, nelle parole di Prodi che celebrano «il valore e la modernità della Resistenza». E quando qualcuno gli chiede qual è il percorso per arrivare finalmente ad una riconciliazione nazionale, il Professore risponde così: «Va compresa la sofferenza di tutti, ma non vanno confuse le scelte di libertà con scelte diverse».
Francesco Alberti
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